23 giugno – 6 luglio - douce provence – km 2246

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23 giugno - Mercoledi'

L’idea e’ quella di visitare la valle del Rodano, o meglio il delta del Rodano e, vista la stagione, di ammirare i campi di lavanda, a quanto sembra abbastanza diffusi in questa zona del sud della Francia.  Annamaria e Pino hanno organizzato il viaggio ed hanno stabilito il punto di formazione della carovana presso l’autoporto di Ventimiglia.  Partiamo con calma, non troviamo traffico e siamo al punto di incontro verso le 15 del pomeriggio. Siamo i primi per cui decidiamo di chiudere il camper e di andare  a visitare Ventimiglia. Pessima idea. La citta’ si trova a qualche km di distanza ed alcuni tratti di strada sono particolarmente pericolosi. Dopo circa un’ora di cammino, insieme ad Anna che sbuffa e protesta, arriviamo finalmente alla meta. Non entriamo in citta’ poiche’ siamo piuttosto stanchi e non abbiamo voglia di camminare ancora. Ci rifugiamo nel bar di uno stabilimento balneare e ci riposiamo davanti al mare e con una bibita in mano.  Al nostro ritorno troviamo gli altri componenti la carovana. Siamo in 20 equipaggi, nessun grande viaggiatore (quelli dei viaggi in Africa, tanto per intenderci) ma amici di vecchia data con i quali abbiamo condiviso viaggi brevi. Annamaria attacca al
 
camper l’adesivo di questo viaggio intitolato “Douce Provence” e ci assegna il numero 14,siamo quindi posizionati poco oltre la meta’ della carovana. 
24 giugno - giovedi’
 
Giornata di sole e di trasferimento. Dobbiamo percorrere solo un centinaio di chilometri ma, come nella migliore tradizione di Pino ed Annamaria, li facciamo passeggiando lungo il litorale della costa azzurra. Attraversiamo zone particolarmente belle come Cap d’Antibes ed il litorale dell’Esterel, dalle caratteristiche ed uniche “calanques” di pietra rossa.
 
La carovana sul litorale della costa azzurra
La costa dell’Esterel e’ spettacolare: il rosso degli scogli e delle montagne del litorale contrasta con l’azzurro del mare ed il verde della vegetazione creando paesaggi unici. Peccato che  lungo tutto il litorale non si sia trovato uno spiazzo in cui poterci fermare per cui nessuno di noi ha potuto godere appieno del panorama. Lo spettacolo della costa e’ stato arricchito dal passaggio in cittadine balneari famose ed esclusive, come Cannes, Antibres e Saint Raphael. Attraversamento che se da una parte ci ha consentito di percorrere vie famose ed eleganti, ci ha dall’altra parte stressato per via del traffico caotico e dei numerosi semafori, che hanno piu’ volte spezzato la carovana. In serata raggiungiamo un’area di sosta sull’autostrada, subito dopo l’ingresso di Saint Raphael. Sistemiamo i camper e tiriamo fuori sedie  e tavolini. Annamaria prepara una pasta al pomodoro e basilico, Ognuno di noi porta qualcosa e passiamo la serata in compagnia.
  25 giugno – venerdi 
Giornata di sole e di trasferimento Corriamo verso ovest ed abbandoniamo l’autostrada nei pressi di Rebuty, una graziosa cittadina solcata da canali e congiunta da ponticelli in ferro La presenza di canali e di ponti ha fatto pensare a qualche ristoratore locale, di soprannominarla “la piccola Venezia”. In realta’ la similitudine con Venezia si ferma ai canali ed ai ponti (in ferro). Per il resto si tratta di una cittadina portuale, graziosa forse, ma nulla di piu’. Lasciamo Rebuty, che rivedremo poi dall’alto di un gigantesco ponte sospeso e ci addentriamo nella Camargue. Stagni, canneti, paludi, fenicotteri rosa, papere, cormorani ed altra uccellagione. Qualche cavallo bianco e, per oggi, niente tori neri. Sostiamo qualche minuto ad ammirare un gruppo di fenicotteri e poi ci dirigiamo verso Saline de Giraud ove prendiamo un traghetto per attraversare il grande Rodano. Il paesaggio non cambia di molto, oltre  ai canneti ed agli stagni incrociamo qualche risaia e qualche campo di grano.  Raggiungiamo Aigues Mortes e parcheggiamo in un’area di sosta non attrezzata. In serata cena “tipica” in un ristorante locale.
 
Camargue: fenicotteri rosa

In realta’ non sappiamo quanto tipica sia stata la cena (antipasto di verdure con una salsa a base di pomodoro e basilico, pesce al forno, formaggi e dolce simile ad un tiramisu’ fatto con del  budino al cioccolato) ma tutto sommato e’ stata gradevole anche se l’aglio lo abbiamo trovato ovunque tranne, forse, che nel dolce.

26 giugno - sabato
 
Giornata di sole. Siamo ad Aigues Mortes una cittadella fortificata che si erge in mezzo alle paludi.
 
Tori e butteri ad Aigues Mortes
In mattinata prendiamo un battello che ci porta a spasso per i canali che toccano questa cittadina. La Francia del sud e attraversata da una rete di canali che dal mare portano fino in Germania. Il canale che parte da Aigues Mortes  porta fino a Sete’ (un centinaio di km piu’ a ovest) ma incrocia il canal du midi dal quale si puo’ entrare nella rete fluviale francese. Il giro in battello dura circa 2 ore, durante le quali vediamo numerosi barconi galleggianti trasformati in abitazioni (alcune delle quali apparentemente confortevoli) ed assistiamo ad una manifestazione di butteri (due graziose fanciulle ed un ragazzo) che si danno da fare intorno ad una mandria composta da una ventina di tori neri. La rappresentazione, effettuata dai butteri del “mas del la comtesse”, ancorche’ fatta ad uso e consumo dei turisti che arrivano numerosi  a bordo delle chiatte che percorrono i canali, e’ stata interessante e inaspettata. Nel pomeriggio visitiamo il  borgo fortificato (un rettangolo di trecento metri per 100, interamente circondato da una massiccia cinta muraria)  Al termine del giro percorro a piedi l’intera cinta muraria per ammirare la cittadina dall’alto e per
vedere il colore delle acque delle saline, che si trovano sul lato sud della citta’ e che al tramonto assumono una colorazione violacea. In serata un amico camperista che si e’ appena aggiunto al gruppo ci intrattiene con una chitarra e con alcune canzoni anni 60.
  
27 giugno - domenica    
 
Lasciamo Aigues mortes e ci dirigiamo verso Port Camargue, una cittadina a poco meno di una decina di km di
km di distanza.  Secondo Annamaria si tratta del piu’ grande porto turistico d’Europa e, a giudicare dal numero dei moli e delle imbarcazioni, e’ probabilmente vero. Prendiamo le bici e percorriamo  una parte della lunga pista ciclabile che corre sul lungomare. Il panorama e’ inizialmente caratterizzato da lunghe spiagge sabbiose che si affacciano su di un grande golfo pieno di imbarcazioni da diporto e successivamente da una serie interminabile di moli ai quali sono assicurate centinaia, anzi migliaia di imbarcazioni da diporto. Interessanti anche i palazzi alle spalle del porto. Sono costruiti in modo tale da ricordare, nella forma degli edifici, nella struttura delle finestre e nei particolari architettonici, enormi navi da crociera. Terminata la vista lasciamo le bici sul camper e ci addentriamo a piedi nella cittadina. Le vie centrali, che danno direttamente sul mare, sono state trasformate in una specie di suk, con negozi che espongono generi di abbigliamento ed oggettistica (apparentemente di buon livello) e soprattutto con decine di ristoranti e di banchetti per la vendita del pesce. Troviamo una rosticceria affollata e ci lasciamo tentare da un riso alla marinara e dai calamari ripieni. Pessima idea, il riso 
 
Le chateau d’Avignon
 era di fatto stracotto (un’immangiabile poltiglia) ed i calamari erano ripieni di pane, prezzemolo ed aglio, saporiti forse, ma assolutamente indigesti. Nel pomeriggio ci trasferiamo nel parco dello “Chateu d’Avignon” una settecentesca residenza nobiliare, interamente ristrutturata agli inizi del novecento. La parte piu’ interessante dello chateau e’ risultata essere la ristrutturazione, condotta con grande dispendio di denaro da un nobile (o un arricchito) locale che  penso’ bene di dotarla di tutti i comfort dell’epoca (inizio 900) e quindi impianti per la distribuzione dell’acqua, termosifoni, vasche in ceramica riscaldate ed altre modernerie  che ora sono assolutamente superate dai tempi ma che all’epoca dovevano apparire come un balzo nel futuro. In serata raggiungiamo il parcheggio di Les Saintes Maries del la Mer.
 28 giugno – lunedi
 
Saintes Maries de la Mer e’ una cittadina spagnoleggiante. Un centro balneare situato tra il mare  e le valli acquitrinose del Rodano. Il centro della citta’ e’ caratterizzato da una grande chiesa costruita con massi squadrati biancastri, un’arena per le corride e da una miriade di casette bianche, basse, con tetti poco spioventi e portici. Il lunedi’ mattina c’e’ il mercato provenzale. Oltre alla mercanzia che si puo’ trovare in ogni altro mercato europeo troviamo anche banchetti di tessuti e vestiti provenzali, dai colori sgargianti e con motivi floreali, banchetti per la vendita di spezie  (le cosidette erbe provenzali) ed erbe profumate (in primis la lavanda), banchetti per la vendita di vini tipici locali (i vin de sable, ricavati da vigneti bassi coltivati sul terreno sabbioso e salato, che contraddistingue la zona) e novita’ assoluta, da banchetti di rosticceria che vendono piatti pronti cucinati in loco (paella, ma anche bocconcini di manzo (toro) in umido, verdure cotte in una salsa giallastra ed altre amenita’).  Nel pomeriggio, raggiungiamo in bici un molo da cui parte un minicrociera lungo uno dei tanti bracci del Rodano. La minicrociera’ e’ interessante poiche’ abbiamo l’occasione di vedere svariati esemplari di fauna tipica delle zone umide e quindi non solo anatre e gabbiani, ma anche garzette, aironi cinerini, fenicotteri rosa, oltre che alle solite mandrie di tori e cavalli. In serata Stefania prepara una pasta per tutti (pasta ai frutti di mare, ottima) e Bruno, con la chitarra, ci intrattiene nuovamente con canzoni anni sessanta.  
29 giugno - martedi
 
Lasciamo Saintes Maries de la Mer sul tardi e ci dirigiamo, lentamente a nord, verso Beaucaire.
 
Beaucaire, il municipio
Facciamo una piccola deviazione per vedere una chiesetta di campagna, costruita nel 1200 e recentemente restaurata. Giungiamo  a Beaucaire nel primo pomeriggio. Sistemiamo i camper in una zona assolata, sulle sponde di un canale e attendiamo le 18, ora dell’appuntamento con un battello fluviale (l’escapade, se non sbaglio) gestito da una famiglia cubana. Una volta a bordo il clima, pur sempre torrido, cambia completamente. Non piu’ la gentilezza distaccata dei francesi ma l’amichevole allegria di una famiglia cubana, che al suono di musiche latine, ci accolgono con un bicchiere di Sangria (anche piu’ di uno). Siamo tutti vestiti di bianco, tutti puliti ed elegantini, ma nel giro di poco piu’ di mezzora ci rilassiamo completamente, qualche signora
inizia a ballare ed in breve e’ festa continua, fino alle 23. Un cantante cubano ci intrattiene con canzoni dal ritmo serrato, una o piu’ delle ragazze che servono ai tavoli si uniscono alle altre signore nelle danze latino americane e la serata fugge via velocemente, accompagnata da una paella, da un piatto di spezzatino di toro, da un gelato e da un caffe’.
 
 
30 giugno mercoledi’  
 
In mattinata una graziosa guida, accompagnata da una gentile persona che si e’ improvvisata interprete ci ha fatto visitare la cittadina. Beaucaire fu, circa 200 anni fa, un centro commerciale di notevole importanza poiche’
qui’ si incontravano i mercanti che arrivavano dal mediterraneo, risalendo il Rodano e quelli che utilizzando i canali costruiti secoli addietro, arrivavano dal centro Europa.
 
Beaucaire, serata cubana
La citta’ aveva una fiera  che iniziava il 21 di luglio e che durava un mese. Durante questa fiera venivano scambiate merci (e pagate gabelle) in quantita’ tale da consentire  ai fortunati abitanti della citta’ (albergatori innanzi tutto, ma anche banchieri, notai e lavoratori del porto), di vivere un intero anno. Poi con il passare del tempo e l’avvento di nuovi mezzi di locomozione (le navi e di treni a vapore, essenzialmente) diminuirono i traffici fino a farli definitivamente scomparire. Dell’antico splendore restano alcuni palazzi, un paio di chiese ed il vecchio municipio. Rientriamo verso le 12 e partiamo subito per Pont du Gard, una cittadina a nord, famosa per le arcate di un antico acquedotto romano. Arriviamo presto e parcheggiamo all’interno di un comodo campeggio. Fa sempre caldo ma siamo in pineta e si sta meglio. Dopo pranzo  raggiungiamo a piedi il vicino acquedotto, formato da una triplice fila di arcate sovrapposte. Un’opera possente, che ha dell’incredibile se si pensa che fu costruita una ventina di anni prima di cristo. L’acquedotto, ora non piu’ in uso, scavalca
il Rodano mantenendo l’acqua ad una cinquantina di metri di altezza. Ai piedi dell’acquedotto scorre il fiume che, vista la giornata torrida, e’ pieno di bagnanti. L’acqua e’ limpida ed invitante per cui azzardo un'immersione alla quale pero' non do seguito poiche’ l’acqua, si rivela piuttosto fredda. Rientriamo in campeggio ed io, insieme ad altri compagni di avventura decidiamo di fare un tuffo in piscina, la cui acqua ha una temperatura senz’altro piu’ amichevole. In serata pasta per tutti, preparata da Grazia. 
 
1 luglio - giovedi
 
Lasciamo il campeggio verso le 10 del mattino ed in poco meno di un’ora siamo ad Avignone. Parcheggiamo in un parcheggio gratuito piazzato sull’isola di Piota, un isolotto sabbioso sul Rodano, collegato alla citta’ da un ponte e da un bus navetta.   Andiamo subito in citta’, per una prima
 
Pont du Garde, l’acquedotto romano
 
Avignone, il palazzo dei papi
visita e qualche foto e ci ritorniamo poi verso le 16:30 per incontrare una guida che ci accompagna in una visita storica monumentale.  Il giro di visita e’ piuttosto breve (la piazza del municipio (piazza dell’orologio), la cattedrale, un paio di chiese viste dall’esterno ed il palazzo dei papi, con annessi giardini, ma la preparazione della guida e’ tale da farlo diventare un giro molto interessante, ancorche’ lungo ed estenuante. Il palazzo dei papi, vero gioiello architettonico della citta’ e’ formato da grandi sale prive di arredi e di affreschi (solo un paio di sale potevano mostrare un affresco su qualche muro) e tutto sommato interessante solo per quel che la guida ha saputo dire sui papi e sugli antipapi. Verso le 19:20 torniamo precipitosamente ai camper ove dobbiamo cambiarci (questa sera ancora una volta tutti vestiti di bianco) per poi correre alla navetta per raggiungere il battello per un a minicrociera sul rodano. Il battello e’ lussuoso e la cena che ci viene servita’ sembra di alta cucina: entree di pesce e insalate, petto di anatra, una terrina di pomodori al forno
e mousse calda di patate ed erba cipollina, la chevre chaud e per finire una torta a base di panna cotta, frutta secca ed altre leccornie non meglio definite. La cena e’ stata accompagnata dalle canzoni di una intrattenitrice che si e’ rivelata non solo brava ma anche spiritosa.
 2 luglio – venerdi
 
Il caldo ci perseguita ma anche oggi abbiamo un programma piuttosto interessante. In mattinata ci incamminiamo verso APT e lungo la strada facciamo due brevi deviazioni: una per vistare il museo della lavanda, con una dimostrazione dal vivo sul metodo di distillazione della lavanda e l’altra per visitare la certosa di Senanque. Il museo della lavanda, di proprieta’ di una famiglia di coltivatori e distillatori di lavanda, e’ sembrato piuttosto interessante. Ci sono state fornite interessanti indicazioni sulle proprieta’ benefiche (o presunte tali) degli estratti di lavanda e ci e’ stata data la possibilita’ di acquistare, a prezzi tutto sommato credibili, olii essenziali, profumi, saponette e sacchettini di semi profumati.
 
 
L’abbazia di Senanque
La visita alla certosa si e’ rivelata invece piuttosto ostica. I frati, non si sa bene per quale motivo, non hanno voluto accettare la visita del nostro gruppo (hanno addotto presunti problemi di prenotazione) e ci siamo limitati a visitare la chiesa dell’abbazia, un edificio sicuramente antico ma spoglio ed interessante quasi solo per l’aria mistica che si respirava all’interno.  Nel primo pomeriggio, dopo un’adeguata sosta in un supermercato, siamo ad APT, una ridente cittadina collinare capitale, sembra. dell’industria per la trasformazione e la conservazione della frutta. Parcheggiamo nei pressi della piscina, a circa 1 km dal centro della citta’. Come al solito e’ una giornata caldissima e molti di noi, appena arrivati, abbandonano il camper per un refrigerante tuffo in piscina.
 
3 luglio - sabato 
 
Oggi ad APT e’ giorno di mercato. Prendiamo le bici e in pochi minuti siamo in citta’. Il mercato e’ come al solito colorato ed interessante. Anna acquista un paio di camicette ed un vestitino bianco per Agata. A parte il mercato la citta’ offre un paio di torri sormontate da un orologio ed una cattedrale risalente, sembra, al 200 dopo cristo (in realta’ la parte risalente al 200 dopo cristo e’ probabilmente solo la cripta, che pero’ non siamo riusciti a visitare.  Nel primo pomeriggio ci mettiamo in marcia e percorriamo le stradine tortuose e panoramiche del parco regionale del Luberon. Arriviamo all’abbazia (ora sconsacrata) di Silvacane e ci fermiamo un’oretta per visitarla. L’abbazia, non molto grande, e’ composta da una chiesa in pietra bianca e da un piccolo monastero composto da un chiostro, da qualche grande sala comune e, probabilmente, dalle celle dei monaci (che pero’ non siamo riusciti a vedere). La chiesa, come anche il chiostro e le grandi sale,  mostrano muri non affrescati e solo in chiesa abbiamo trovato una piccola decorazione marmorea sulla parete sinistra dell’abside. Nessuna altra particolare decorazione, a parte i capitelli che sormontano le colonne e le arcate del chiostro. Interessanti le arcate del tetto della chiesa e dei grandi locali comuni, caratterizzate da nervature a sesto acuto.  A meta’ pomeriggio siamo a Montfuron, un paesino di poche case che sorge sulla cima di una collina dalla quale possiamo ammirare il panorama circostante. In serata pranzo tipico nell’unico ristorante locale: entree composta da insalatina valeriana con scaglie di formaggio (sembrava grana padano)  e prosciutto crudo, seguito da uno spezzatino di agnello locale (un piatto davvero unico) e da una crostatina di ribes.
 
Apt
4 luglio – domenica
 
Altra giornata di sole. Siamo a circa 600 metri di altezza per cui la temperatura, l’umidita’ ed una leggera brezza rendono piacevole la giornata. Oggi e’ il giorno della lavanda. Lasciamo il parco regionale del Luberon, scendiamo  a Manosque, prendiamo la strada D6 e ci dirigiamo verso  Valensole. Saliamo un po’ e ad un tratto incrociamo il primo campo di lavanda fiorita.  Una collina i cui pendii rivolti a sud sono interamente coperti da piante di lavanda, in file di cinque filari distanziati da

Campi di lavanda
una zona (apparentemente poco piu’ di un metro) non coltivata, poi altri cinque filari, altra zona libera e cosi’ via,  fino a coprire l’intera pendice della montagna. Fermiamo i camper e scendiamo ad ammirare e a fotografare il panorama. Di certo un panorama inusuale (mai visto nulla di simile) e gradevole. Guardando meglio vediamo anche campi di girasole, ancora privi di fiori e di un verde pastello ed anche campi di grano, dal colore dorato (siamo  ai primi di luglio ed il grano, ormai maturo. Nell’insieme un quadro cromatico come dicevo insolito e gradevole. Le signore si disperdono tra i cespugli di lavanda e si fanno fotografare, inebriate forse dal profumo o forse pensando di essere “fiori tra i fiori”. Riprendiamo il cammino, sempre accompagnati da distese di lavanda, girasoli e grano finche’ giungiamo al parcheggio che avrebbe dovuto ospitarci per la pausa pranzo. Troviamo l’accesso ostruito da cumuli di sassi per cui, dopo un paio di infruttuosi tentativi di trovare un’altra zona adatta alla pausa pranzo, Annamaria decide di raggiungere anzitempo il parcheggio di Valensole.
Il pomeriggio scorre tranquillo (a parte una sgradevole discussione con un gruppo di camperisti maleducati). Anna ed io decidiamo di scendere a piedi in citta’ per visitare una fiera agricola locale e la chiesetta (entrambi non meritevoli di attenzione)ed in serata ci troviamo tutti sotto una grande tettoia per una cena in compagnia.
 
5 luglio lunedi’
 
Giornata di sole. Ci incamminiamo verso est. Raggiungiamo il lago artificiale di Saint Croix, lo costeggiamo sino a raggiungere il fiume Verdon, e qui’ inizia la “croniche sublime” una strada
panoramica che corre lungo le alte sponde del verdon e che ci porta fino a La Palude Sur Verdon. Lo spettacolo delle gole e dei canyon e grandioso ma purtroppo, a causa delle dimensioni della strada e dei parcheggi, (troppo piccoli) non possiamo fermarci ad ammirare lo spettacolo come vorremmo. Ci accontentiamo quindi di un sguardo dall’alto, di qualche foto rubata e di ammirare il volo di rapaci, forse aquile, che lentamente sorvolano il canyon.  Facciamo sosta a Trigance, un paesino dell’alta Provenza e poi, sotto un cielo che si e’ fatto grigio e nuvoloso, raggiungiamo il campeggio de La Palude ove, in serata, ci riuniamo per un momento conviviale.
 
6 luglio martedi
Percorriamo di nuovo la corniche sublime, sul lato opposto del Verdon e scendiamo a Castellane, un paesino di villeggiatura che
 
Uno scorcio dei canyon formati dal Verdon
ricorda da vicino i nostri borghi alpini. Qui’ la carovana si scioglie. Salutiamo gli amici e andiamo a visitare il paese (per la verita’ non molto interessante) pranziamo in un ristorantino che si affaccia sulla piazza principale e nel pomeriggio ci dirigiamo verso sud, verso Nizza. Saremo  a casa in serata.
  
Conclusioni.
 
Come tutti i viaggi anche questo ha avuto i suoi aspetti interessanti, i suoi momenti felici e quelli un po’ piu’ pesanti.  Da ricordare i campi di lavanda, la croniche sublime, le escursioni sul delta del Rodano (la serata cubana e’ stata particolarmente felice) mentre sono da dimenticare i momenti di stanchezza ed un piccolo incidente sulla croniche sublime, che ci ha costretto a cambiare la veranda del camper. Siamo stati in viaggio per 14 giorni, abbiamo percorso  2246 km ed abbiamo speso 2400 euro. L’organizzazione si e’ mostrata adeguata alla situazione. Non solo, come sempre con Annamaria, non sono mancate le feste ed i momenti conviviali, ma non abbiamo mai avuto problemi di parcheggio (a parte il parcheggio chiuso da un muro di sassi sulla strada della lavanda) ed abbiamo trovato acqua con possibilita’ di carico/scarico almeno una volta ogni due giorni.

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